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domenica 24 febbraio 2008

Fenomeno rapida

Così come un fiume nella sua fase giovanile, dal corso rettilineo, dal flusso forte e veloce che determina erosione e quindi l'eliminazione di ogni ostacolo si ritrovi davanti, così il flusso di gente al Corso.
Non sto parlando del Corso principale della mia città (Terni), ma proprio di un fenomeno che caratterizza tutti i Corsi, di tutte le città, soprattutto quelle piccole.
Si usano infatti termini che rientrano nell'ambito "acquatico": "facciamo due vasche?". Nel senso che davvero si nuota, ci si immerge nel flusso trascinante delle persone che camminano, passeggiano, corrono, saltellano nel Corso, questao grande serbatoio di incontro e scontro del sabato pomeriggio.
Sembra di stare in un piccolo aquario, troppo piccolo per la quantità effettivamente grande dei pesci che contiene, ed é anche pericoloso, nel momento in cui ne contiene di diverse qualità, tutte mescolate insieme.
Come mettere insieme tartarughe d'acqua, piragna, pesci rossi, eccetera eccetera...ma che c'azzecca??
Ieri per esempio.
Ci mancavano quelli che vendono i palloncini. Ergo: genitori con pargoletti alle calcagna con questi mostri sorridenti e svolazzanti ad altezza viso. Prima o poi tutti si sono scontrati con un morbido Pikachu.
Le carrozzine, che più che trasporta-poppanti sembrano carri armati. Ora evidentemente non c'é il servo sterzo, si maneggiano male: ti trinciano i piedi, e ovviamente le tue scarpe nuove.
Le mamme si fermano davanti alle vetrine, fissate con lo sguardo su quel completino intimo che potrebbe risvegliare la sopita vita coniugale. Mentre controllano il prezzo mandano avanti il carrozzino per vedere meglio la vetrina. Lì ci sei tu. Che guardi prima le ruote della macchina infernale con sorpresa, poi un'occhiata al bimbo che si succhia le dita dei piedi e poi lo sguardo imbufalito sale sulla madre, ancora intenta a guardare la vetrina.
Dopo due minuti buoni si accorge di te e del tuo sguardo. Sorride e dice "ops, mi scusi!"e se ne va, con la risatina del moccioso, facendo marcia indietro con la grazia di un camionista che porta carico pesante.
Il fenomeno branco, tristemente famoso.
Branchi perché sono tutti accozzati insieme questi ragazzini della generazione successiva alla mia, tutti uguali, perfino nelle espressioni delle facce, che a dispetto dei loro vestiti, si sono mantenute infantili. Sono i "piccoli trentenni": piccoli, perché avranno 12 o 13 anni, ma conciati, perché vestiti sarebbe un complimento, conciati dicevo, come trentenni.
Ti vengono addosso perché sono ancora bambini, li si deve capire. Si divertono a sbandare nel grande serbatoio, i branchi poi si riconoscono tra loro, hanno degli elementi distintivi e comunicano tra loro. A volte ci possono essere degli scontri, come tra gang del Bronx o come tra maschi dominanti di specie felina su Geo&Geo.
4 parole di cui: 3 parolacce, una bestemmia, un improperio per i genitori, una sigaretta tenuta ad arte come le floppers dei "RoaringTwenties", piccoli divi e dive che domani hanno il compito di latino.
E poi altri branchi: gli stranieri.
Soprattutto donne ucraine, rumene o altro che hanno ormai fissato i loro ritrovi in certe zone specifiche all'interno del serbatoio. In certi angoli del Corso sembra di stare a Kiev.
Poi le coppiette spaurite, che vagano di vetrina in vetrina, aggrappandosi al vetro per sfuggire ai branchi, ai palloncini, alle vecchiette...Dimenticavo questa categoria.
Ovviamente lentissime, andrebbero a 2 km orari anche in possesso di un'automobile, vanno ovviamente a braccetto anche loro, come per confermare che nel serbatoio conviene stare tutti vicini vicini per non perdersi o confondersi. Si fermano ogni 2 minuti. Hanno un particolare sensore che le rende in grado di fermarsi davanti a chi va di fretta e si trova in un totale e irreparabile ritardo. Avendo percepito la persona che va di fretta dietro di loro, si fermano, stanno 3 minuti per puro gusto sadico di rovinare la giornata altrui, ripartono all'improvviso per poi ribloccarsi.
Non puoi non andargli addosso.
Così, quando ne stai per scavalcare una piccina, le vai addosso, le devi chiedere anche scusa, perché guarda caso pensa che la vuoi derubare, "ci vuoe più rispetto", "questi giovani d'oggi", "ai miei tempi" eccetera eccetera.
Quando questo succede ci si sente dei delinquenti, si fanno incubi sulla povera vecchietta importunata, si teme lo sconto della pena all'inferno.
C'è poi sempre qualcuno che ti viene addosso perché é grosso di per sè, o perché ha con sè grossi pacchi e le mani tutte occupate. Questo soprattutto a Natale.
Ma perché tutti si concentrano nel serbatoio? attrae lo scontro forse? lo scontro tra gente col gelato in mano, la pizza, il cellulare: tutto cade e si mescola, nel casino più totale. Ti chiednono scusa ma non hanno colpito te, ti sente un verme se ti calpestano, perché forse é colpa tua, e di nuovo un pikachu ti viene in faccia.
Ma ecco che, scopri qualcosa. Poco illuminata, alla tua destra c'é la via di fuga.
Come la scala antincendio per colui che cerca salvezza, ci si fionda nella luce soffusa ma libera e pura della stradina laterale, frequentata da pochi, che a quanto pare é troppo vicina al corso per essere malfamata o pericolosa.
Ti senti già più libero, respiri aria pura.
Accanto al tuo compagno o alla compagna di fuga, ti avii verso nuove avventure, via da tutti.
Nella stradina con pochi temerari, siamo tutti partecipi di questo piccolo grande segreto che ci rende fratelli, già inconsciamenti concordi nel mantenerla segreta agli altri, percorriamo le stradine secondarie, liberi, liberi di nuotare come si vuole, fuori dal serbatoio.
E ci sentiamo anche un po' anticonformisti, prigionieri politici che tornano trionfanti alla patria, eroi della nazione.
Dopo tutto questo parlare di massa e masse, di branchi, di adeguarsi al mercato, di adeguarsi al gruppo, un po' di ritorno all'individualismo ci vuole, eccheccacchio.
Auguro a tutti di trovare la vostra strada (secondaria).

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