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domenica 11 maggio 2008

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"Io? Io sono colui che non ha il coraggio di essere se stesso."



(Italo Calvino)


Mamma, che ne dici di un incartapecorito a Milano?

Venerdì sera concerto dei Baustelle a Pisa, piazza Carrara.
Bravi, bravissimi. Già li conoscevo, ma l’uscita del nuovo album, fatta la sua conoscenza, e ricordando quelli passati, li ha consacrati. Almeno per me.
Sono particolari, eccentrici, se la tirano con buon gusto, fanno gli intellettuali che si considerano poco, l'aspetto scanzonato, provocatorio senza essere ribelle, composti, coscienti del successo, consapevoli che ce ne sarà ancora, forse, ma niente di eccezionale.
Ecco i Baustelle.
Questo ragazzo allucinato che dà voce ai loro pensieri sembra un serio vecchio che parla delle sue esperienze vissute, ma il suo corpicino gracile e il look così studiato e ben riuscito lo tradiscono.
Uno che ti dice che “l’erba ti fa male se la fumi senza stile”, beh, direi che merita di essere ascoltato.
Per questo, nel suo caso, anzi, nel loro caso, dire che "stanno fuori" é un complimento.
Stanno fuori perché sono come non ce li aspetteremmo, dato quello cui siamo abituati oggi.
Penso che non appena si propone un'immagine antitradizionale, non-convenzionale, personalmente lo trovo irresistibile, chiunque sia, o qualunque sia la cosa che ho davanti. Qualsiasi novità é la benvenuta. Ma solo quelle reali.
Diciamo che apprezzo lo sforzo, il fatto che scrivono e interpretano da sé i propri pezzi, il fatto che dal vivo sono stati bravissimi, composti, senza dover sfasciare niente. Perché, sinceramente, il periodo grunge della devastazione del palco, é passata da un pezzo. E, certo, un gruppo che si presenta composto e strambo, attira. E attira molto di più sapendo che non sono stranieri, che il look british degli ultimi tempi, emo, dei nuovi bob dylan d'oltremanica o oltre-altro, cominciava a farmi preoccupare. Possibile che noi non abbiamo proprio nulla??In Italia é davvero giunto il momento della frutta? Ho sentito qualcuno parlare del dolce, addirittura.
Invece, eccoli qua.
Amen, l'ultimo album. Si può leggere questa frase in entrambi i sensi (:"Amen" é il nome dell'ultimo album OPPURE Amen! finalmente l'ultimo album!!!).
Fatto sta che confermano l'idea che su di loro mi ero fatta grazie a La moda del lento, La malavita,...
Parlano di un po’ di tutto, di sconfitte, amarezza e assurdità quotidiane, l’amore, l’infanzia e la guerra, che è finita. Tutto viene da una voce calda, un rock dolce, le parole pronunciate vicine, precise, col loro significato un po' nascosto a volte, metafore, segni, altre volte così chiaro.
Mi é venuto in mente che vorrei ascoltarli in un teatro.
Il cantante mi ha fatto pensare subito a come ne uscirebbe Liam Gallagher da un incontro di tre con Franco Battiato. Allucinato. Un nuovo convertito. Converito alla poesia, un po’ filosofo, un po’ straccione, un po’ “incartapecorito” come si è definito sul palco.
Ovviamente il tutto é reso più affascinante dalla presenza femminile. Lei, Rachele, voce e tastiera, é elegante anche quando passeggia e sorride al pubblico dal palco.
Non mi capacito come il terzo elemento abbia a che fare coi primi due. Il chitarrista, intendo, sembra l'unico ad avere un rapporto riservato e pacato, tranquillo col suo essere uno dei baustelle. Niente eccentricità, niente occhiali strani, nessun movimento impressionante. Se ne sta al suo posto, suona benissimo, mi dà l'idea di un tenero trentenne che prende poco sul serio il resto, tranne la sua chitarra e la sua parte da suonare. L'esecutore senza sbavature, non proprio della porta accanto, ma almeno del piano superiore, che ti regge la porta dell'ascensore se hai un fascio di baguettes in mano.


giovedì 8 maggio 2008

Bombe, esplosioni, guerra

No, non é un post sulla guerra, di profode riflessioni antibelliche seulla missione in Iraq, o altrove (si trovi il petrolio...).
Parlo di quello che succede tutti i igiorni alle donne di questo mondo, davanti alla televisione, in questa stagione dell'anno.
Io me ne tengo alla larga e, psicologicamente, attuo delle pratiche che immunizzano il mio cervello da questi bombardamenti, ma ammetto, devo purtroppo, che la cosa é pressante.
E' il mese della pre-estate, del quasilavorofinito, del "manca-poco", insomma ci siamo capiti....fra un mese cercheremo i costumi da bagno, e qualcunoi ha già fatto un tuffo nel ponte 25aprile-1maggio.
L'arrivo della stagione calda impone alle grandi menti dei media il bombardamento dei nostri neuroni su questioni importantissime, fondamentali. Gli inestetismi della cellulite.
Non dico che non ci penso, ma, per favore, non mentre mangio, davanti al mio piatto di pasta condita da un allegro pesto pronto appena tolto dal suo altrettanto allegro vasino da due porzioni (l'ideale per la studentessa fuori sede: una oggi e l'altra domani a pranzo. Evviva la varietà).
Ma cosa gli salta in mente? che ci penso tutto il giorno?
Credono che io creda che lamodella che mi sorride sdraiata al sole su quella spiaggia bianca, mangi veramente quella roba la mattina e non faccia altro? o che giorno e notte si spalmi quella roba addosso?
Dovrei passare sul mio corpo, in particolare su quelli che si fanno chiamare i "punti critici"(che credevo fossero i luoghi a rischio rapina in città), tutta quella serie di creme, lozioni, miscugli, fanghi, "prodotti", farmaceutici e non, che compri dietro casa al supermercato, controllando tra i rasoi, i preservativi e le gomme da masticare vicino alla cassa (mi raccomando), con tutte le loro percentuali di caffeina, cetriolo, olio di questo, olio di quello?
(Tra l'altro, detto tra noi, io, di caffeina ne consumo. In effetti per ora, non ho cellulite...
Ma allora basterebbe solo berla la mattina, no??!)
Ma la cosa più bella é la fantasia per i congegni di ultima generazione: mentre ti fai la doccia ti passi un elegante rastrello-raschia-grasso, oppure, un simpatico "Roll-on"(Rulla su??!) che ti strusci beata su tutto il tuo corpo mentre fai tutt'altro, magari mentre cucini, ti fai passare le cose da una tua amica perché ora lo stai giusto passando sui glutei (si sa, i più delicati!), poi ce lo passi davanti alla tivù, oppure mentre sei al telefono con tua madre (ottimo effetto rilassante anti-ansia materna); oppure, dopo la doccia, occupi il bagno solo per piccole dieci ore, ti spalmi un kilo di lozione solo nei punti critici (i "famosi" li chiamerei), prima spremendola dalla confezione come fosse dentifricio su tutta la pelle, con attenzione; poi devi attendere pregando in aramaico, facendo la posizione yoga dell'albero felice e imparando a memoria tre versetti del Corano a scelta; successivamente puoi stendere il "prodotto", dopo quei quaranta minuti che puoi benissimo perdere nella tua fitta giornata di impegni che, da 24 ore, si accorcia sempre di più man mano che passano i giorni, che sfogli il calendario, che guardi il tuo gatto perdere pelo.
In fondo per la bellezza, questo ed altro.
Altro, appunto. E' questo "altro" che mi spaventa.
Oltre alle creme ci sono i cereali.
Avete fatto caso a quanta pubblicità c'é in tivù di cereali che "ti aiutano a mantenerti in forma"?? Tutti ora.
Tutti adesso. E mangi solo quelli. Addirittura ho letto che consigliano di mangiarne anche durante la giornata. Certo, ammetto che certo sono davvero buoni...ma chi ne mangerebbe tre volte al giorno?
Il messaggio é soprattutto questo: bisogna correre ai ripari prima dell'arrivo del nemico (il costume), e dato che sei un 'idiota patentata, non ci pensi prima, no, ci pensi una settimana prima delle vacanze.
(E con te, ci corrono pure gli addetti al marketing, perché anche se sei un'idiota, a loro non interessa. Sei un cliente, e i clienti sono il loro pane).

Ed ecco che ha inizio la saga. In una settimana digiuni a bestia, insulti chi ti mangia davanti (anche se ti siedi a tavola nell'ora del pranzo) facendo sentire in colpa tutti e ricordando la situazione attuale dei bambini del Biafra; ti guardi allo specchio ossessionata, se hai uno specchio della casa in cui ti vedi più grassa, lo maledici all'istante, magari lo rompi o ti limiti a rigirarlo; cambi canale quando vedi le pubblicità di merendine; ti compri cose che ti stanno piccole, violentando il tuo cervello, perché sarai costretta a dimagrire per entrarci (anche se hai comprato una gonna per 14anni). Sei insopportabile, dormi male, hai le occhiaie, sarai più magra forse, ma tanto infelice.
E mangi solo cereali, ricordiamolo.
Perché nello spot, la ragazza é magra dopo che mangia i cereali (ovviamente é bellissima e flirta col bagnino, e va pure a fare il bagno subito dopo aver finito l'ultimo sorso di latte senza aspettare la digestione! anche miracolosi sti cerali, penza un po'!)
Se sei più magra sei più bella, e se sei più bella trovi anche prima l'uomo della tua vita.
Intanto devi chiederti come pensi di fare colazione in spiaggia con i cereali...Sfido chiunque a presentarsi al bar con la scatola gigantesca dei cereali sotto il braccio, in ciabatte, affamate, chiedendo tazza e cucchiaio. Ricovero istantaneo.

Perché nessuno fa pubblicità mandate in onda tutto l'anno su quanto é bello mangiare?
Su quanto é bello mangiare in modo sano, poco ma buono, poco ma di tutto, fate come vi pare insomma, oppure semplicemente sponsorizzando il benessere senza schiaffare su questo messaggio la foto di un'anoressica? perché farmi vedere ogni giorno che c'é una crema che di notte, mentre io dormo, di nascosto, come un folletto, prende e mi massaggia le cosce? pensano veramente che io creda che la mattina dopo sono Cindy Crowford??
"Perché voi valete". E la salute, quanto vale? E la serenità?
Il sano equilibrio forse paga poco...
Ma lasciamo stare...é una di quelle battaglie che vive la stessa vita di un post: un giorno.

Da domani: cereali, creme e...tanta voglia di cioccolato.

venerdì 2 maggio 2008

Passeggiando

Qualche giorno fa, ormai.
Basta un luogo frequentato e ben illuminato per rendersi conto delle stranezze che ci sono al mondo. Ma certo, a Roma, veramente ce ne sono di cose che ti sorprendono...
Basta una piazza, o vie e stradine; luoghi ad alta concentrazione di giovani-nongiovani intenti a cercare di sfruttare al massimo la movida notturna di un mercoledì sera.
Questi lo sono stati per me Trastevere, percorso in lungo e in largo, e soprattutto piazza Trilussa.
Servono pochi ingredienti.
Ti siedi sugli scalini (ricordando magari di controllare se ci sono gomme o altro prima di sederti); una compagnia disposta a fare lo stesso; un cocktail preso da "BumBum" (a Trastevere appunto), dove una seducente abitante del continente nero, che parla romano, ti frulla frutta fresca, rum e ghiaccio insieme, ciondolando il suo bacino africano a ritmo di musica "du Brasìu!".
Se poi indossi carpe che ti fanno male e stai pensando che però in fondo sono davvero carine, con il tuo ragazzo accanto che ti fa notare che non hai controllato prima di sederti, e mentre pensi ai tuoi jeans che quindi sono andati in malora, ecco, solo allora puoi goderti il potenziale comico di una piazzetta, e senza pagare nessun biglietto assisti allo spettacolo.
Se un ragazzo o ragazza vuole approcciare, dalle mie parti, dice "ciao", "ehi tu"...
A Roma no. Si comincia con un "a bella" e le sue infinite varianti (es. "a fata"), per poi procedere con un "ziaaaa!!".
Soprattutto se la ragazza in questione non risponde e il tizio insiste per attirare la sua attenzione, lui esplode finalmente con un "OOOOH!!!" che sgorga dal cuore, puro e profondo come solo un romano può fare, intenso e da uomo delle caverne.
Ovviamente se lei lo ha ignorato sin dall'inizio, e se é romana, riponderà con "ma vedi d'annattene a..." con le sue infinite varianti.
Questo non é successo, ma il tizio ha continuato da solo a rendere noto all'intera piazza che era disponibile per intrecciare una relazione non stabile.
Poi c'é il gruppetto che parla di politica, commentando sempre alla romana, le ultime battute sentite alla tivù e più giù un gruppetto di ragazzi e ragazze del sud, che non appena sentono un po' di vento si coprono con i piumini, non essendo abituati a temperature medie ma solo al loro sole estivo perenne. Le loro risate fragorose e aperte ricordano quelle delle oche felici e soddisfatte, se ne stanno sempre tutti insieme, nel paese straniero.
Questo attorno a te; volgendo lo sguardo più in basso, al centro della piazza, vedi tanti venditori ambulanti, che nessun carabiniere o poliziotto avrebbe la scortesia di cacciare, perché ormai attrezzatissimi e qualcuno anche di buon gusto.
Tutti ordinati, l'uno accanto all'altro, lottano con i possibili acquirenti italiani che trattano fino alla morte, e sorridono ruffiani davanti a quelli stranieri, i quali sono troppo desiderosi di avere un pezzo di bigiotteria italiano (perché se valentino e armani sono italiani, c'é un motivo...).
I senegalesi stanno tra di loro, raccolti, con quella parlata fatta di suoni gravi e versi primitivi, collane grosse e vestiti colorati, in piedi davanti alla loro merce di poco prezzo, abituati a fare gli africani senza imbarazzo, nel centro di Roma.
Inizi a camminare tra di loro, scrutando con sospetto la merce.
Da un lato, a terra, hai un telo enorme arancione sopra a altri cento multicolori, con dipinta una scena di caccia all'Equatore, dall'altro un tizio poco raccomandabile, anche poco pulito e anche molto losco, che vende bottiglie di birra a due euro (5 bottiglie in tutto...rubate??!mmm...) e più avanti una coppia rasta vende gonne e vestitini leggeri variopinti semi-etnici.
Accanto ci sono anche romani, che nel tempo libero o per vivere fanno gioielli fatti in casa, arrotolando alluminio o colorando metalli.

Penso proprio che qui uno non avrebbe difficoltà a farsi strada con un piccolo business del genere.
Puoi fare qualsiasi cosa. Anche vendere arrosticini fatti alla brace. Il bello é che li ho visti vendere su un ponte, così mentre passeggi mano nella mano con il tuo Lui o la tua Lei, senti odore di arrosto e un tizio che ti invita a provarli. Altro che amore e lucchetti...

Solo a Roma poi trovi un cartello, un avviso, che ti dice che qualcuno ha smarrito il suo cucciolo. C'é la foto, la descrizione dell'animale e il numero da chiamare in caso di ritrovamento.
Ecco, solo a Roma l'animale smarrito può essere un cucciolo di leopardo. Di nome Leo, che domande. Il quarto d'ora successivo ti chiedi perché uno dovrebbe smarrire a Roma un leopardo, e che forse é uno scherzo. Ma sì...é uno scherzo. O no??! Mentre ci ridi e pensi che qualcuno non ha proprio nulla da fare, pensi che il senso dell'umorismo dei romani é comunque un tantino inquietante...
E poi la ciliegina.
C'ero stata già un'altra volta, ma essendoci ripassata davanti, non posso non menzionarlo.
Solo a Roma c'é poi un locale dove il proprietario ti offre del sesso.
Nel senso...Cioccolato e alcolici sono gli ingredienti di bevande tipo "Sveltina", "orgasmo", "bottarella", "amplesso", e così via..serviti in bicchieri di cioccolato fondente.

La fantasia qui trova totale appoggio, da tutti. Se ti salta in mente una cosa, prendi e la relizzi. Magari quell'idea potresti farla diventare ristorante e nessuno penserebbe che sei fuori di testa.