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domenica 20 aprile 2008

E' tempo...

é tempo di fare un sacco di cose. Rendersi conto che é già maggio tra poco, sono già passati quasi 5 mesi di questo anno, unico, diverso dagli altri, che sembra identico al precedente.
E' tempo di scrivere, di trovare il tempo di ascoltarsi e di vivere quello che si vuole, tempo di decidere, tempo di schiarirsi le idee, magari intraprendere un romanzo, legerlo o scriverlo magari, un viaggio, organizzarlo, farlo, ricordarlo. Forse tutta questa ansia paranoica di questo pomeriggio grigio, appiccicoso e quasi estivo: noioso in una parola. Ma la noia non é quella che ti prende improvvisamente dopo che hai fatto tutto quello che devi fare e non sai sbattere la testa, é proprio qualcosa che si impone forte e deciso: DEVI fare qualcosa.
Eppure ci sono così tante cose da fare. Ma quando ti senti come sempre sull'orlo di un primo appuntamento perenne (stai tre ore a scegliere cosa mettere, il profumo, i gioielli, le scarpe, ecc..) così trascorri le giornate.
Forse occorre un nuovo termine pert questo stato di cose e di animo. Non credo sia classificabile come noia, la noia é un po' tranquilla e placida, da poltrona. questa no. E' ansia di fare qualcosa, qualcosa che ti piace, qualcosa che devi fare ma che non decidi una volta per tutte di fare.
Ma non la fai.
Ti senti come in un limbo.
Per questo esco.
In questa città che per me era tutto perché incarnava il mio sogno, e ora é un bel ricordo che posso toccare, mi accoglie nelle sue stradine umide e invase dalle pozzanghere e dalla puzza di fogna. Le strade più frequentate sono intasate da gente di corsa o che passeggia ma che comunque ti irrita, perché ti urta quando ti sfreccia accanto e ti blocca il passaggio quando devi camminare tu.
Aspetti e ti scansi.
Entri in un negozio?
Le commesse verranno subito, che palle..non posso guardare e basta?
E' così bello guardarmi intorno senza fare nulla. E' come un piccolo lusso. Un cioccolatino senza grassi o vedere un film al cinema senza pagare il biglietto e saltando la fila, ricevere una carezza inaspettata quando pensavi che ci voleva proprio in quel momento e sei felice che la persona che fa questo gesto ha capito il momento perfetto, questo, in cui farlo.
Aggirarmi senza toccare, scrutare le vetrine, selezionare i vestiti appesi sui manichini annoiati, gli oggetti sparsi alla rinfusa ma in realtà architettati metodicamente dalla nuova giovane commessa fresca di lezione su come si allestisce una vetrina di classe facendola sembrare messa così a caso, alla rinfusa.
Se potessimo vivere su una poltrona con i popcorn accanto e osservare, ascoltare tutto, solo per il puro piacere di farlo.
Vado. Magari mi ascolto un toscano che "smoccola". C'é sempre qualcosa da imparare.